Abbazia di Morimondo

Qui il mondo muore. Qui il mondo risorge. Bisogna morire per risorgere. Chi non comprende ciò vive appropriandosi della vita del prossimo. La maestosità della chiesa di Morimondo è data dalla totale essenzialità e dal senso di ordine dei mattoni a vista. Ordine che non è assimilabile alla perfezione architettonica.

L’uomo deve ricordarsi della propria imperfezione e deve poterla vedere per risorgere. L’Abbazia si scosta da tutte le altre edificazioni cistercensi del XII secolo. Morimondo è un esempio di architettura già evoluta verso lo stile gotico. Inoltre, la grandezza di Morimondo è dovuta alla presenza di ben otto campate, diversamente dalle abbazie precedenti normalmente più piccole. Nel chiostro è ancora leggibile la tipologia del complesso monastico con l'usuale distribuzione degli ambienti: la sala capitolare che mantiene integralmente le sue caratteristiche originarie e il refettorio con la cucina che si presentano in una splendida veste seicentesca. Un'altra peculiarità dell'abbazia è quella di essere edificata su più piani a ridosso di un avvallamento. Un segno notevole dell'intensa spiritualità è testimoniato dalla fiorentissima attività dello Scriptorium, finalizzata alla costituzione della biblioteca monastica e alla dotazione iniziale di testi fondamentali. L'edificazione della chiesa fu iniziata nel 1182, ritardata rispetto all'edificazione del monastero. La vita quotidiana dei monaci è la dimensione dove si sviluppa la loro vocazione sotto la guida della Regola e dell'abate. E’ una vita dove si condividono le responsabilità e le fatiche, dove la comunità è motivo per vivere il Vangelo. Anche a Morimondo la prima comunità fu di dodici monaci più il loro abate. I monaci condivisero anche la scelta del luogo più adatto per erigere il nuovo monastero. Presero in considerazione le necessità di una comunità da costruire: la presenza di acque per le coltivazioni e per l'allevamento del bestiame e di un bosco, quale fonte di legna, necessaria per scaldare o cuocere e per erigere le prime strutture architettoniche. Il cantiere edile non fu realizzato solo dai monaci. Furono incaricate maestranze locali che, sotto la guida dei monaci, realizzarono architettonicamente ciò che doveva riflettere la loro spiritualità. I monaci diedero vita ad insediamenti produttivi denominate "grangie": una costruzione chiusa nelle vicinanza dell’abbazia in cui si conservava il raccolto ma nello stesso tempo indicava pure un’azienda agricola comprendente, case, terreni e pascoli. assistito da alcuni conversi, e da braccianti agricoli salariati, i mercenari che in genere abitavano nelle immediate vicinanze della stessa grangia. Come nei monasteri, nelle grancie si praticava molto l’ospitalità fraterna. Le grangie avevano grande autonomia rispetto alla sede abbaziale. Questa autonomia fa pensare ad un’anticipazione della visione dell’economia e della politica. A capo delle grangie vennero messi i conversi, laici che, dopo aver fatto voto di povertà e dopo aver donato i propri beni al monastero e divenuti membri della comunità monastica. Il lavoro non serviva solo per il cibo e per il commercio, ma anche per esprimere la carità a favore dei viandanti e dei pellegrini che bussavano per ottenere aiuto e cibo. Ma altre erano le mansioni al servizio della comunità: il cellario era colui che con l'amorevolezza di un padre, doveva sovrintendere alla prosperità della comunità: curava i conti, inventariava i beni, teneva i rapporti con le grange, provvedeva a ciò che serviva nel monastero: dal cibo per i pasti all'acquisto degli attrezzi agricoli, alle manutenzioni e alle riparazioni nel monastero e nelle grange, e curare le spese di costruzione. L’abbazia pur essenziale dal punto di vista architettonico, è ricca di simboli. La parte più alta (l'orologio) della cappella radiale sinistra, reca il 'simbolo del fiore della vita', che si ritrova anche all' ingresso del chiostro e molte volte ripetuto sui pilastri delle navate della chiesa. Su un capitello del primo pilastro della prima campata sinistra si nota la Testa d’Ariete. Particolari e significative sono anche le due colonne ottagonali rispetto alle altre circolari. Il numero otto conferiva senso di rinascita spirituale, di passaggio da un mondo profano ad uno iniziatico. Il sistema Abbaziale dei Cistercensi rivoluzionò l'Europa dei secoli XII-XIII, dal punto di vista spirituale, tecnologico, agricolo, culturale, architettonico e artistico.