Abbazia di Chiaravalle

 L'Abbazia di Chiaravalle è un complesso monastero cistercense. Fu fondata nel 1135, ed è una delle prime costruzioni gotiche in Italia. Sono così tante le Abbazie che si pensa ad un unico sistema architettonico cistercense in Europa Il tempio di Chiaravalle si distingue per la storia a cui diede inizio il Fondatore, San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), che passò alla storia in quanto fu colui che redasse la "regola" dell' Ordine dei Templari e che spinse papa Onofrio II a riconoscerlo ufficialmente nel 1128.

 Bernardo compare nella Divina Commedia, nel Canto XXXI del Paradiso. Dante viene accompagnato da Beatrice fin nell'Empireo e contempla la Mistica Rosa dei beati e degli angeli. Quando si volta per porre una domanda a Beatrice, si accorge che questa è scomparsa e che al suo posto c'è Bernardo, che lo invita a osservare la cima della Rosa, nella sede più luminosa. Il tempio è composto da tre navate e ai due lati dell'altare maggiore ha due braccia trasversali che formano una croce. Nella chiesa, la parte più antica è la cupola, cui sovrasta il campanile. L’Abbazia sorprende per molti simboli. Da un lato dell'altare vi è una piccola statua di Cristo con un cappio al collo che simboleggia la rinascita dopo l’iniziazione. Un altro simbolo sono le colonne annodate che rappresentano l’Unità e sono presenti in tutte le abbazie cistercensi. I Cistercensi forse furono pure costruttori e ospitarono i Conversi, laici di varie professioni e abilità manuali. I costruttori spesso abitavano nelle Abbazie stesse per i periodi in cui vi prestavano l'opera e i Maestri Comacini sono sempre presenti dove c'è una colonna annodata. Lo stemma dell'Abbazia è costituito da una cicogna che stringe nel becco un pastorale su cui è annodato un nastro bianco. L'ultima cappella del transetto sinistro è quella di Santa Maria Maddalena con lunghissimi capelli; alle pareti scene del suo sbarco a Marsiglia dove porta il suo Apostolato; nei quattro riquadri grandi laterali delle pareti, altrettante Sante con in mano il 'calice'. Il chiostro delle Abbazie cistercensi rappresenta il distacco dai pensieri materiali, il ripiegamento su se stessi, la meditazione sui beni spirituali. E’ generalmente quadrato ed è il punto di riferimento di tutto il complesso monastico. I lati hanno ovunque un particolare significato: simboleggiano il disprezzo del sé (lato Est); il disprezzo del mondo (lato Sud); l'amore per il prossimo (lato Ovest);e l'amore di Dio (lato Nord). Oggi possiamo ammirare solo un gruppo di quattro colonne annodate originarie, nell'angolo occidentale, negli altri angoli sono state sostituite da pilastri. Il gruppo rimasto intatto è davvero un capolavoro scultoreo. La colonna sembra plasmabile. L’Abbazia doveva rappresentare una Nuova Città, spirituale e reale, l'espressione della Gerusalemme Celeste. Ciascuna parte del complesso monastico fu costruito secondo un sistema basato sulla equivalenza e la moltiplicazione delle parti, imprimendo un forte valore numerologico e simbolico alle stesse e, di conseguenza, al tutto. Un ricordo pensiero va al cimitero dell’Abbazia. In esso era stata sepolta Guglielma la Boema, una guaritrice del XII secolo, intorno alla quale era cresciuto un vero e proprio movimento religioso. L'Inquisizione a caccia di eretici condannò al rogo per eresia diversi seguaci di tale culto, fece riesumare il corpo di Guglielma e ne per bruciare le ossa .