Palazzo Reale

Palazzo Reale inizialmente prese il nome di Palazzo del Broletto Vecchio. Con il termine Broletto, in Lombardia, si indicava l'area recintata dove si svolgevano le assemblee cittadine e si amministrava la giustizia. Il Palazzo originariamente fu progettato con un sistema di due cortili, poi parzialmente demoliti per lasciare spazio al Duomo.

Nel XI secolo fu sede delle istituzioni comunali. Ebbe il suo massimo splendore nel 1330-36. La decadenza del Palazzo ebbe inizio con Galeazzo Maria Sforza che trasferì la sua residenza nel Castello della città. Nella prima metà del Cinquecento, però, con la caduta del governo degli Sforza e l'invasione francese, la corte si spostò nuovamente entro l'attuale Palazzo Reale. Solo con il periodo spagnolo, però, il Palazzo Reale riprese nuova vita, grazie al governatore Ferrante Gonzaga, che lo elesse a residenza del suo governo e della corte ducale. Fu chiamato così Palazzo Gonzaga. Nel 1598 venne realizzato anche il primo Teatro di Corte. Fu l’inizio di una vocazione che si concluse nel Settecento con la definitiva costruzione del Teatro alla Scala. Nel teatro di corte si esibì Mozart bambino. Il teatro, tutto in legno, fu distrutto dall’incendio del 1736. Oggi, al suo posto vi è la Sala delle Cariatidi. Il Palazzo Reale ha una veste neoclassica che risale al 1778, quando l’architetto Giuseppe Piermarini lo trasformò in residenza per l’arciduca Ferdinando d’Austria. Gli interni un tempo erano arredati con mobili di Maggiolini e affrescati da Martin Knoller e Giuliano Traballesi e costituivano modello per le dimore della nobiltà milanese del tempo. Nel 1796 con Napoleone Bonaparte, il Palazzo Regio-Ducale fu rinominato Nazionale e divenne sede dei principali organi di governo della nuova repubblica Cisalpina Nel 1859 divenne sede del nuovo governatorato della città di Milano guidato da Massimo d'Azeglio. Con la proclamazione del regno d'Italia nel 1861, il Palazzo divenne proprietà diretta della famiglia reale dei Savoia. Umberto I utilizzò poco il Palazzo milanese. I figlio Vittorio Emanuele III frequentò il palazzo milanese solo in occasioni ufficiali. L'ultimo ricevimento ufficiale risale al 1906 in occasione dell'Esposizione Universale. Nel 1919, come capo di stato, fu il presidente americano Wilson a visitare per ultimo il palazzo . Nel 1920, il re d’Italia Vittorio Emanuele III cedette l’uso del palazzo al Comune di Milano, che nel 1965 lo acquistò per destinarlo a sede di uffici, tra cui il Civico Museo d’Arte Contemporanea. Il Civico Museo è situato al secondo piano del Palazzo Reale e si divide in due sezioni. La prima sezione si apre con il bronzo “Forme uniche nella continuità dello spazio” di Umberto Boccioni. Ripercorre l’arte italiana dall’inizio del XX secolo al secondo dopoguerra. Comprende molte opere di Giacomo Balla, Achille Funi, Mario Sironi e Amedeo Modigliani. La pittura metafisica è presente con De Chirico. Tra gli artisti delle principali correnti sorte tra le due guerre si impongono Giorgio Morandi, Carlo Carrà, Arturo Martini e Lucio Fontana. La seconda sezione documenta la pittura degli anni “50 agli anni “80, con opere di Burri, Vedova e comprende la collezione Jucker, acquistata nel 1992 Il Palazzo Reale è oggi un importante centro culturale, sede di mostre ed esposizioni. Il palazzo ha un ruolo importante per quanto riguarda l'arte a Milano, come hanno dimostrato i grandi successi delle mostre degli ultimi anni. Fondamentale è la mostra inaugurata a Palazzo Reale nel 2009 in occasione del centenario della nascita del futurismo. Dal novembre 2013, un'ala del palazzo ospita le collezioni del Museo del Duomo di Milano. In ogni comunità italiana, il luogo del potere politico e di quello religioso è quasi lo stesso. Le due istituzione a volta sono di fronte, separate da una piazza, quasi a formare una perpendicolare, a volte sono di fianco a formare una squadra. Nella città di Milano i due poteri non formano né una perpendicolare, né una squadra. Li separa la Galleria Vittorio Emanuele II.